Cheffù on 21 febbraio?

21 feb

Oggi è il 21 febbraio e, mi dispiace dirvelo, è il 52° giorno del calendario gregoriano.

Dovete sapere che:

– Nel 1339 si svolse la Battaglia di Parabiago. Da ciò che ho capito questa battaglia vide l’opposizione di due fazioni che si contendevano contemporaneamente la Signoria di Milano ed il primato per la ridicolaggine onomastica: il legittimo signore della città, Azzone Visconti, alleato con lo zio Luchino, fronteggiò la Compagnia di San Giorgio capitanata dall’altro zio di Azzone, Lodrisio. Una stirpe segnata. Secondo le fonti, a risolvere le sorti dello scontro fu l’apparizione di un S. Ambrogio a metà tra Gandalf e Indiana Jones: sbucando fuori da un nuvolone bianco, infatti, il santo biancovestito ed in monta ad un cavallo – bianco?! – non se ne uscì proprio con un “StateboniSemofraparentiVolemosebene” ed iniziò semplicemente a colpire con una frusta i soldati di Lodrisio. Non so voi, ma io personalmente una preghierina ogni tanto gliela farei. Tanto per non farlo arrabbiare.

– Nel 1878 venne distribuito il primo elenco telefonico a New Haven, nel Connecticut. Partendo dal presupposto che io sono veramente uno schifo in geografia e che ho tutta una visione favolistica della distribuzione dei territori e della loro fisionomia, pensavo che il Connecticut fosse uno stato bello grosso e deserto, mentre è ovviamente tutto il contrario… Potrete dunque ben capire il perché leggere questa notizia mi abbia fatto immediatamente pensare ad una Zia Milly che, per chiamare lo zio John alla fabbrica di legname e dirgli che a nonno Jimmy è preso un infarto, sfoglia un elenco di una decina di pagine. Gli stereotipi sono tra noi.

– Nel 1995 Steve Fossett compie tutto da solo la prima traversata dell’Oceano Pacifico su una mongolfiera. Non vi sembra straordinario? Certo, a guardare le immagini sul web non è esattamente il prototipo di mongolfiera che tutti hanno in testa, quello manovrato da Fossett… Insomma, una si aspetta di vedere una roba alla Mago di Oz ed invece è un obbrobrioso pallone oblungo, cromato come un’Harley.

I nati del 21 febbraio:

– Nel 1851 Karl Wilhelm Diefenbach, pittore tedesco. Tutto qui? No. Diefenbach era anche utopista, pioniere del nudismo e del movimento pacifista. Egli professava un ritorno alla comunione con la natura, schifava la monogamia e la sottomissione ai dettami di qualsiasi religione, adottò una dieta vegetariana e (ancora!) fondò una comune a Vienna. Quando questa andò in bancarotta, egli reagì più o meno così: «Lo sai che c’è? Me ne vado a Capri!», e così fece, e lì visse per il resto dei suoi giorni. E noi ancora ci scandalizziamo se vediamo svolazzare la farfalla di Belen durante il Festival di Sanremo? Eddai.

– Nel 1880 nacque in Germania Waldemar Bonsels, uno scrittore prolifico tra le cui opere contiamo Der tiefste Traum, Ave vita morituri te salutant e… Le avventure dell’Ape Maia. Che avesse bisogno di una pausa tra un ‘traum’ e un ‘morituri’ posso ben capirlo, ma intervallare con le avventure di un’ape-bambina con un casco di ricci biondi…

I morti del 21 febbraio:

– Nel 1590 Ambrose Dudley, III conte di Warwick. La sua storia è un intrigo romanzesco, ma il motivo per cui viene qui menzionato è la causa della morte della prima moglie, Anne Whorwood: la Malattia del sudore, conosciuta anche come “sudore inglese”. Potrete ben comprendere la mia curiosità. Può mai il puzzo uccidere la gente? Effettivamente sono arrivata a concretizzare questo pensiero alcune volte, in metropolitana. Ritornando seri, la Malattia del sudore fu un morbo fatale il cui primo sintomo era un “senso di apprensione” (eccecredo), seguito dalla “fase del freddo” (brividi, dolore alle ossa, spossatezza) e, successivamente, dalla fase del caldo e del sudore. Wikipedia ci tiene a specificare che dopo il “il caratteristico sudore” arrivavano mal di testa, delirio, tachicardia, forte sete e, infine, una gran voglia di dormire. Insomma, spero che la prossima volta che avrò l’influenza questa non sia preceduta da un certo “senso di apprensione”, sennò penso proprio che me la farò sotto.

– Nel 1836 Gianbattista Occhipinti Scopetta, un frate francescano di Ragusa divenuto confessore dei reali borbonici. Il ché è già bellissimo così, vuoi mettere, conoscere tutti i segreti più vergognosi della dinastia reale? Ma il frate non si accontentò di questo onore e fece costruire nella città il Ponte Vecchio, un’impresa che ottenne l’ammirazione del vescovo di Siracusa il quale non gli fece il primo complimento che capita, lasciandosi scappare invece una memorabile esclamazione: «Voi non siete Padre Scopetta ma Padre Cannone!». Devo commentare? Non ne ho la forza.

Si festeggia oggi: la Giornata internazionale della lingua madre, nonché il beato Natale Pinot e San Valerio del Bierzo. Chi siano, poi, non lo sapremo mai.