Cheffù on 28 marzo?

jesse-owens1Oggi è il 28 marzo e, mi dispiace dirvelo, è l’87° giorno dell’anno.

Cosa pata-accadde, tanto tempo fa?

– Nel 1990 George H. W. Bush assegnò postuma la Medaglia d’oro del Congresso all’atleta statunitense Jesse Owens. Il suo vero nome, James Cleveland, fu tramutato in Jesse da un insegnante che mal interpretò lo slang del giovane, il quale diceva di chiamarsi J.C. (manco fosse un membro dei Backstreet Boys). Ai campionati nazionali studenteschi del 1933 spaccò alle competizioni di corsa e salto in lungo, e questo gli fece ottenere l’ammissione nell’Università statale dell’Ohio: per la serie, non riesci manco a pronunciare il tuo nome ma ti ammettiamo all’università perché sai fare un volo di 8 metri sulla sabbia. Comunque, Jesse partecipò alle Olimpiadi di Berlino e portò a casa quattro medaglie d’oro; presente ai Giochi, ovviamente, c’era quel baffetto del Führer, il quale pare che se la sia filata per evitare di stringere la mano ad Owens, che aveva battuto l’atleta tedesco Luz Long. Perché? Perché Owens era nero. In realtà, questa storia è stata smentita dallo stesso atleta nella propria autobiografia, nella quale scrisse: «Dopo essere sceso dal podio del vincitore, passai davanti alla tribuna d’onore per rientrare negli spogliatoi. Il Cancelliere tedesco mi fissò, si alzò e mi salutò agitando la mano. Io feci altrettanto, rispondendo al saluto. Penso che giornalisti e scrittori mostrarono cattivo gusto inventando poi un’ostilità che non ci fu affatto». Insomma, Hitler era proprio una brava persona, cazzo!

I nati del 28 marzo:

– Nel 1599 Witte de With, ammiraglio olandese. A sedici anni iniziò la sua gavetta in mare, e nel 1626 era già viceammiraglio della Flotta delle spezie della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Due anni dopo, il colpaccio! Come alto ufficiale dell’equipaggio di un’altra nave ammiraglia, Witte combatté a Cuba per impadronirsi della Flotta spagnola del Tesoro, che scoppiava di argento, oro, gemme, perle, spezie, seta ed altre cose da poveracci, per un valore di undici milioni di fiorini. Ora, io non so quale sia il cambio di valuta euro-fiorini, ma il povero Witte ne ricevette solo 500 e si incazzò abbastanza, anche perché il suo comandante non volle promuoverlo. Deluso, egli lasciò la flotta militare e passò al comando del Grote Visserij, una flotta peschereccia. Come si dice? Dalle gemme alle aringhe.

– Nel 1638 Frederik Ruysch, botanico e anatomista olandese. Siccome che i cadaveri da sezionare costavano assaje, egli si inventò un modo per conservare gli organi umani e gli animali morti, tenendoli ‘sotto spirito’ o utilizzando quello che Wiki chiama ‘liquor balsamicum’, una pappa fatta con sangue di maiale rappreso, blu di Prussia e ossido mercurico. Nel 1697 Pietro il Grande visitò la casa di Ruysch, che aveva esposto tutte le specie in suo possesso in cinque stanze. I due divennero grandi amici: oltre a disegnare insieme la dentatura umana, il medico e lo zar parlavano di come catturare le farfalle e della loro “grande passione comune”, le lucertole. Venti anni dopo – Maria, apri la busta – Pietro il Grande tornò da Ruysch, il quale gli vendette il suo “archivio delle curiosità” per 30.000 fiorini, rifiutando però di confezionare ed etichettare tutto il materiale e cedendo questo onore ad uno sfigato di nome Albertus Seba. E niente, alla fine il materiale fu spedito via mare, e Wikipedia ci tiene a specificare che le voci sui marinai che bevvero l’alcool destinato alla conservazione degli organi sono false. Ma le scorpacciate di sanguinaccio, le avranno fatte?

– Nel 1819 l’ingegnere Joseph William Bazalgette, noto per aver salvato la capitale inglese dalla Grande Puzza. Quest’ultimo fenomeno ricorse nella caldissima estate del 1858, quando le acque del Tamigi giunsero a prosciugarsi (potrete dunque immaginare cosa scorresse al suo posto). Le autorità e gli abitanti erano disgustati, e venne addirittura fondato un comitato per scrivere una relazione sulla Puzza (immagino il contenuto: “Fa davvero molta puzza”). Il cancelliere di Benjamin Disraeli arrivò a descrivere il fiume come «a Stygian pool reeking with ineffable and unbearable horror» (‘una puzzolente pozza stigiana di ineffabile ed insopportabile orrore’: sono la sola ad aver letto la versione italiana della frase con l’accento di Stanlio?). Comunque, a risolvere il problema vi fu appunto Bazalgette, che costruì il sistema fognario della capitale inglese. Ma come abbiamo fatto a non pensarci prima!  

I morti del 28 marzo:

– Nel 1236 Conone di Naso, santo della chiesa cattolica e abate del Convento di San Basilio. In seguito alla morte dei genitori, egli decise di donare tutti i suoi beni ai poveri e di ritirarsi nella grotta di San Michele come eremita. Tuttavia, qualche tempo dopo, il monaco fu accusato da una giovane e nobile fanciulla di averla disonorata (anche se, si scoprì dopo, ad aver ricevuto le chiavi del suo mutandone di metallo era stato un baldo garzone). Conone, che era già bello che anzianotto, fu ugualmente condannato dal giudice alla pubblica fustigazione ma, non appena gli tolsero il saio, il corpo del poveraccio mostrò tutto il suo vigore, fra piaghe e cilicio un po’ di qua e un po’ di là. ‘Perbacco – avranno urlato – a questo non basterebbero venti pillole blu!’ E fu così che il vecchio abate venne riaccompagnato dal popolo osannante nella grotta in cui viveva, perché potesse terminare i suoi splendidi giorni di autopunizione in pace.

-Nel 1820 Elena Afanasievna Diartiev. Sin da piccola era decisa a prendere i voti, ma la nobile famiglia preferiva darla in sposa ad un riccone del luogo; un monaco le consigliò, allora, di prendere la strada della “Stoltezza in Cristo” (di cui ho parlato qualche tempo fa qui) e di fingersi pazza per avvicinarsi a dio. Ma tant’è, il giorno del matrimonio arrivò ed Elena manifestò tutta la propria felicità durante il pranzo di nozze, gettandosi fuori da una finestra e prendendo a rotolarsi nel fango. Lo sposo se la diede a gambe, ovviamente, e la famiglia decise di rinchiuderla prima in casa, poi in manicomio ed infine in convento. Anche lì dentro, tuttavia, ad Elena sembrava mancare qualche martedì: non dormiva mai, mischiava primo-secondo-dessert in un unico piatto e – parola di Wikipedia – “soleva inoltre portare spesso in mano un fazzoletto che svolgeva e avvolgeva in continuazione o un vaso di gerani”. Un vaso di gerani.

Si festeggia oggi la Luna del Seme della Religione Wicca, oltre che l’onomastico di Castore, Gontrano e Tuotilo. Sempre che esistano ancora genitori così crudeli.